Intervista con Steve Jones: la minaccia del creazionismo Understand article

Traduzione di: Claudia Mignone. Steve Jones spiega a Vienna Leigh la sorprendente ricomparsa del creazionismo in Europa, come gli insegnanti possono collaborare e perché non discuterà mai seriamente con un creazionista.

Steve Jones
Immagine cortesemente messa a
disposizione dall EMBL Photolab

Una moda spaventosa si sta diffondendo in Europa. Siamo abituati ad ascoltare gli accesi dibattiti che riguardano l’insegnamento dell’evoluzione negli Stati Uniti, specialmente, ma non soltanto, nella zona sud-orientale, fortemente dominata da movimenti evangelici di stampo conservatore. Ma nel Novembre 2006 Almut Graebsch e Quirin Schiermeier si mostrarono preoccupati, in un articolo su Nature, in quanto l’insegnamento nelle scuole di teorie alternative pare non essere un problema soltanto al di là dell’Atlantico (Graebsch & Schiermeier, 2006).

Non sono in realtà i primi ad accorgersene. Nel 2006 la Royal Society, l’accademia nazionale delle scienze nel Regno Unito, lanciò un attacco contro il creazionismo, preoccupata che questa idea stesse guadagnando terreno nelle scuole e nelle università del paese. Fu dato l’incarico a Steve Jones, professore di Genetica presso la University College London (UCL) di tenere una conferenza aperta al pubblico dal titolo ‘Perché l’evoluzione è corretta e il creazionismo sbagliato’.

Steve è autore di vari libri divulgativi di genetica, tra cui In The Blood e The Language of the Genes, e tiene numerose lezioni sull’evoluzione presso scuole, università, congressi e istituti di ricerca. È perplesso e preoccupato dall’influenza crescente del gruppo a sostegno del creazionismo in Europa.

“È un mistero,” dice. “Nei 30, 40 anni in cui ho parlato al pubblico dell’evoluzione, non ho mai avuto domande sul creazionimo. Negli ultimi anni, tuttavia, queste domande sono diventate assolutamente inevitabili.”

Steve calcola di aver tenuto lezioni davanti ad oltre 100,000 alunni durante la sua carriera, ed è il rappresentante della UCL presso il London Science Learning Centre, che offre corsi di aggiornamento per gli insegnanti di scienzew1. È noto al pubblico anche per le sue frequenti partecipazioni alla radio della BBC, per aver presentato una serie TV in sei episodi e per varie altre apparizioni televisive, nonché per la sua attività di autore di argomenti scientifici per la stampa, con uno spazio fisso nella rubrica ‘View from the lab’ del Daily Telegraph.

“Si tratta di una questione estremamente allarmante. L’articolo di Graebsch e Schiermeier cita esempi di scuole in Germania dove si insegna il creazionismo e, ancora più importante, parla dell’Italia, dove nel 2004 l’allora ministro dell’educazione Letizia Moratti (oggi sindaco di Milano, n.d.t.) rimosse la teoria dell’evoluzione dai programmi scolastici, scatenando il furore del pubblico. In Gran Bretagna, il gruppo pro-creazionismo Truth in Science ha inviato materiale informativo a tutte le scuole del paese alla fine del 2006. Il membro polacco del parlamento europeo Maciej Giertych ha organizzato un workshop per i parlamentari dal titolo ‘L’insegnamento dell’evoluzione in Europa: i vostri figli vengono indottrinati a scuola?’. Nell’ottobre 2007, Miroslaw Orzechowski, l’ex-portavoce del ministro dell’istruzione polacco, ha dichiarato al quotidiano Gazeta Wyborcza: “La teoria dell’evoluzione è una menzogna. Si tratta di un errore che è stato legalizzato come se fosse una verità.”

Ernst Haeckel, Albero genealogico
dell’umanità, da The Evolution of
Man
, 1910, quinta edizione

Immagine di dominio pubblico

Il dibattito tra creazionismo ed evoluzione divide l’opinione pubblica circa l’origine della vita; quelli che basano le loro convinzioni esclusivamente sulla fede credono, a detta di Steve, che la vita sia comparsa “in un certo qual modo magico, non scientifico, in un certo periodo di un recente passato,” contrariamente al consenso generale della comunità scientifica in favore della biologia evolutiva. Nonostante molte religioni abbiano riconciliato le loro credenze con l’evoluzione, ci sono ancora molti creazionisti, specie nelle regioni più conservatrici degli Stati uniti, i quali credono che l’evoluzione sia in contraddizione con le storie raccontate dalle loro rispettive religioni. “Il creazionismo è sbagliato in quanto tutte le sue rivendicazioni sono apertamente in contrasto con tutto ciò che sappiamo dalla scienza,” spiega Steve. “Ma la gente vuole troppo – e ha troppa paura. Vuole risposte a domande che non sono proprie della ricerca scientifica, quali ‘esiste un Dio?’ o ‘cosa vuol dire essere umani?’.”

Il dibattito non è nuovo. Le idee evolutive quali l’origine comune e la trasmutazione delle specie esistono almeno dal VI secolo a.C., ma con l’aumento del sapere in biologia nel XVIII secolo queste idee si sono sviluppate, sfidando la convinzione che il mondo naturale fosse stato così congegnato per volontà di Dio. Fu la pubblicazione del libro del naturalista inglese Charles Darwin, L’origine delle Specie, nel 1859, a identificare l’evoluzione da un’origine comune quale spiegazione scientifica dominante per la diversificazione osservata in natura.

“Nell’età Vittoriana vi fu dapprima orrore nei confronti dell’evoluzione, basato sulla convinzione che essa renda gli esseri umani inferiori, mentre in realtà non fa altro che renderci più umani – siamo gli unici animali che hanno sviluppato l’arte, la storia, il linguaggio, e tutto il resto. Siamo molto simili agli scimpanzé, ma del tutto diversi per quanto riguarda le cose importanti,” afferma Steve.

“Ma già nel 1870, solo un decennio dopo la comparsa del libro di Darwin, il ruggito si era già placato. La maggior parte degli uomini di chiesa erano persone istruite e riuscivano ad accettare l’evoluzione, consapevoli che ciò non avesse nulla a che fare con le loro convinzioni religiose. Le due cose non sono in conflitto. La scienza é troppo potente per dover fare i conti con teorie ridicole e non sperimentabili.”

Charles Darwin (1809-1882) in
età avanzata. Foto di J. Cameron,
1869

Immagine di dominio pubblico; fonte
dell’immagine: Wikimedia Commons

Ma perché allora, dopo 150 in cui l’evoluzione é stata riconosciuta come la migliore spiegazione per lo sviluppo della vita sulla terra, fornendo un chiaro quadro comprensivo dei processi che danno luogo alla varietà degli organismi viventi, e in cui é stata insegnata come parte essenziale dei corsi di biologia e di scienze, esistono pressioni da alcune parti – anche se si tratta forse solo di correttezza politica – che portano addirittura a far prendere diverse decisioni politiche?

“Fu verso la fine degli anni ´60 che il creazionismo ricominciò a tornare in voga, e iniziò trionfare gradualmente. Si trattava di un risultato dovuto soprattutto alla paura nei confronti della biologia moderna, ma in alcuni casi dovuto anche alle rivendicazioni sbagliate di molti scienziati. Eppure adesso non capisco perché sia rifiorito all’improvviso.”

Correttezza vuole, ovviamente, che si mostrino entrambe le facce della medaglia, eppure sostenere una teoria basata sulla religione come un’alternativa ai fatti scientifici può essere deleterio.

“Non sono contrario [all’insegnamento del creazionismo nelle scuole] in sé,” spiega Steve, “ma dovrebbe essere insegnato durante le lezioni di teologia. Se volete andare in giro facendo affermazioni da ignoranti, non fatelo durante una lezione di biologia.”

Steve chiama il creazionismo ‘anti-scienza’. “Non avrò mai un dibattito serio con un creazionista,” dice. “Pensano che 2 + 2 = 5, o al massimo, come compromesso, 4.1. Io sono del tutto sicuro che 2 + 2 = 4. Non c’è niente da discutere. Se non accettano i fatti fisici della vita, non abbiamo niente di cui parlare l’uno con l’altro. Non mi importa in cosa credono, a meno che non abbiano delle evidenze, che non hanno.”

“É un mistero per me come uno scienziato possa credere nel creazionismo,” dice. “In Europa non c’è lo stesso atteggiamento che si riscontra negli Stati Uniti, ma si può trovare una linea di pensiero ancor più sofisticata: il ‘creazionismo da laureati’. Si tratta dell’argomento dell’ ‘intelligent design’ (trad. ‘progetto intelligente’), secondo cui gli organismi devono essere stati progettati da qualcuno, perché sono così complessi. Eppure Darwin ha spiegato che l’evoluzione è una fabbrica in grado di produrre cose praticamente impossibili.”

Come possono rendersi utili gli scienziati e gli insegnanti in questo contesto? “Gli insegnanti sentono che l’evoluzione non é soltanto un’altra parte della biologia – pensano che si tratti di qualcosa di speciale, qualcosa che devono trattare con cautela. Sono tentato di dire che dovrebbero invece rendere l’evoluzione noiosa. Dovrebbero presentarla semplicemente come una parte della biologia, come un fatto, e non come qualcosa di discutibile, controverso e in un certo qual modo ‘intrigante’.

“Un altro problema risiede nel fatto che di solito l’evoluzione viene insegnata male, non è presentata bene nei libri di scuola,” aggiunge. “Il resto della biologia é trattato molto bene, ma quando si parla di evoluzione, tutto diventa molto poco chiaro. Vi sono gli esempi vecchi, tradizionali – la farfalla ‘geometra delle betulle’ , la resistenza dei batteri agli antibiotici e gli uccelli osservati da Darwin alle Galápagos – ma non vi si trovano nuovi esempi. Agli insegnanti non viene insegnato cosa sia la biologia evolutiva moderna.

“Darwin non pensava che avrebbe mai potuto vedere l’evoluzione succedere dal vivo – la riteneva un processo storico, un modo per unire molti fatti apparentemente non correlati in un unico modello scorrevole – ma ovviamente possiamo vederla succedere. Nell’arco della breve storia dell’HIV, abbiamo un esempio perfetto della macchina di Darwin che dispiega i suoi poteri davanti ai nostri occhi. Darwin sarebbe stato contento di poter vedere l’evoluzione al lavoro, nuda e cruda.”

Una storia del creazionismo

Di Dean Madden, del National Research Centre for Biotechnlogy Education, Università di Reading, Regno Unito.

Quando Darwin era studente all’Università di Cambridge, nel Regno Unito, la sua carriera futura fu fortemente influenzata da vari scienziati, tra cui il geologo Adam Sedgwick e John Henslow, il botanico che suggerì a Darwin di accompagnare il Capitano FitzRoy sulla nave HMS Beagle. I due scienziati erano membri del clero, requisito fondamentale per i professori di Cambridge dell’epoca. Avevano anche una profonda fede cristiana. Eppure anche loro, 30 anni prima che L’origine delle specie venisse pubblicata, mettevano in dubbio il significato letterale della Bibbia. In Inghilterra, la teoria di Darwin fu accettata molto rapidamente, e anche la chiesa anglicana dovette presto farci i conti. Altrove in Europa e in America l’opposizione religiosa era cambiata: il dibattito non verteva tanto sul fatto che le creature viventi fossero state create da processi naturali oppure dal Dio dei cristiani, ma piuttosto l’interrogativo era se la creazione fosse stata il risultato di un’influenza soprannaturale che si manifesta attraverso la natura, oppure il risultato di meri processi naturali (come dire, chiedersi ‘cos’è successo?’ e non ‘chi é stato?’).

Le gerarchie cattoliche sono sempre state piuttosto conservatrici al riguardo, ma il peso delle evidenze accumulate era ormai diventato così schiacciante che nel 1996 Papa Giovanni Paolo II scrisse, in una lettera, che il lavoro degli scienziati in tutto il mondo “ci spinge a riconoscere che la teoria dell’evoluzione sia più che una semplice ipotesi” (al contrario di molti creazionisti, Giovanni Paolo capiva la differenza tra una pura ipotesi ed una teoria scientifica). Oggi, la maggior parte dei cristiani praticanti non crede letteralmente nella Bibbia, e i vertici della chiesa cattolica ed anglicana hanno recentemente riconfermato la loro opposizione all’insegnamento del creazionismo durante le lezioni di scienze (Thavis, 2006; Bates, 2006).

Nell’agosto del 2006, un’analisi sul grado di accettazione dell’evoluzione è stata pubblicata dalla rivista Science (Miller, 2006). Il rapporto mette a confronto trentadue nazioni europee, insieme a Giappone e Stati Uniti, e mostra che gli islandesi, i danesi, gli svedesi, i francesi, i giapponesi e i britannici sono tra i popoli che accettano più volentieri l’idea che gli umani si siano evoluti “a partire da altre specie animali”. Individui che credono fermamente in un Dio e pregano spesso, si mostravano invece più restii ad accettare il concetto di evoluzione. Negli Stati Uniti ed in Turchia, dove un forte sentimento religioso è comune e l’insegnamento dell’evoluzione è stato politicizzato, le persone accettano molto meno volentieri l’evoluzione.

Adam ed Eve di Lucas Cranach
il Vecchio (1472–1553)

Immagine di dominio pubblico; fonte
dell’immagine: Wikimedia Commons

L’emergere della modernità laica è stato visto, in tutto il mondo occidentale ed in particolare in Europa, come conseguenza dell’urbanizzazione, del miglioramento delle condizioni di salute e di una migliore istruzione. Alcuni sociologi sostengono che, man mano che i fedeli diventano consapevoli della loro insolita identità in una società laica, spesso radicalizzano le loro posizioni, fenomeno che può interessare anche persone che non hanno una particolare fede, ma che vivono in una società prevalentemente religiosa. Questo potrebbe spiegare il crescente dibattito polarizzato sull’insegnamento dell’evoluzione, osservato da molti, tra cui Steve Jones.

La nascita di gran parte della moderna opposizione all’insegnamento dell’evoluzione nel mondo é da cercarsi nei giorni dei pionieri negli Stati uniti, quando gli insediamenti creati da gruppi con diverse tradizioni religiose, incapaci di basarsi su una gerarchia ecclesiastica già esistente, ritennero necessario sviluppare le loro chiese ‘fai da te’. Tutto ciò, insieme a un sistema di insegnamento fortemente decentralizzato, portato avanti per lo più da dilettanti scelti in 17 000 distretti scolastici, ha portato a numerosi episodi in cui i consigli scolastici hanno provato ad impedire l’insegnamento dell’evoluzione o, alternativamente, a promuovere l’insegnamento della religione. Molti di questi casi sono finiti davanti alla corte di un tribunale.

Il caso più celebre resta il processo Scopes, o ‘delle scimmie’, tenutosi nel 1925 a Dayton, Tennessee, Stati Uniti. Verso la metà degli anni ‘20 del secolo scorso, sei stati del sud avevano già approvato leggi contro l’evoluzione. Il processo Scopes fu un espediente pubblicitario congegnato da alcuni uomini d’affari del posto per rilanciare la debole economia di Dayton: il processo fu il primo negli Stati Uniti ad essere trasmesso dal vivo alla radio. Avvicinato da vari uomini d’affari, il ventiquattrenne John Scopes accettò la loro richiesta di recarsi in tribunale. Tutti sapevano che Scopes era colpevole di aver insegnato l’evoluzione, mentre in realtà aveva soltanto usato un libro in cui era trattata l’evoluzione, senza aver trattato personalmente l’argomento. Il Sindacato Americano per le Libertà Civili (ACLU), che si occupava della difesa di Scopes, aveva in programma di fare appello alla Corte Suprema nella speranza di ottenere un giudizio che chiarificasse i diritti degli individui al di sopra di quelli del governo.

Benché Scopes fu dichiarato colpevole, la decisione del giudice venne revocata dopo poco in virtù di un cavillo, privando l’ACLU della possibilità di portare il caso dinanzi alla Corte Suprema. Il divieto di insegnare l’evoluzione in questi stati rimase, e l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole degli Stati Uniti nei successivi 35 anni diminuì considerevolmente, al punto che l’evoluzione non era presente nella maggior parte dei libri di scuola di biologia nei primi anni ’60. La minaccia rappresentata dallo Sputnik nel 1957 provocò dei ripensamenti circa il sistema educativo statunitense, e l’evoluzione ritornò nei libri di scuola, in particolare nei nuovi libri per le scuole superiori prodotti dal Biological Sciences Curriculum Study. Quando la legge del Tennessee ed altre analoghe vennero finalmente dichiarate anticostituzionali negli anni ’60, gli oppositori dell’evoluzione furono forzati ad adottare una strategia diversa. Questo approccio divenne necessario a causa della separazione tra stato e chiesa vigente negli Stati Uniti, che impedisce l’insegnamento della religione come religione nelle scuole pubbliche. Negli anni ’70 e nei primi anni ’80 il loro meccanismo preferito fu la ‘scienza della creazione’.

La ‘scienza della creazione’ provava a suggerire che l’evidenza scientifica fosse in favore degli eventi narrati nella Bibbia, e richiedeva che nelle classi venisse dedicato all’insegnamento del creazionismo lo stesso tempo riservato a quello dell’evoluzione. Molte delle interpretazioni dell’evidenza erano chiaramente prive di alcun senso. Ad esempio, si suggeriva che gli umani fossero inizialmente scampati al diluvio biblico arrampicandosi sulle cime delle montagne. I dinosauri, invece, avrebbero ottenuto meno successo in tale operazione, e ancor meno i trilobiti – questo dovrebbe spiegare le diverse posizioni dei fossili negli strati rocciosi. Molti giudizi emessi dai tribunali, specialmente in Arkansas e Louisiana, rigettarono tali richieste di ‘uguale tempo’. Il creazionismo venne relegato a idea religiosa, e non scientifica, dalla Corte Suprema, non potendo così essere insegnato nelle scuole.

Recentemente il puro creazionismo dei tempi di Scopes e la ‘scienza della creazione’ della fine del XX secolo sono stati rimpiazzati dall’ ‘intelligent design’ (ID), una strategia promossa dal Discovery Institute (un organismo conservatore con sede a Seattle – n.d.t.), negli Stati Uniti, che mira a “sostituire le spiegazioni materialistiche con l’idea teistica secondo cui la natura e gli esseri umani sono stati creati da Dio”.

Il movimento ID evita, di solito, riferimenti a Dio, e presenta le sue idee come un’alternativa razionale alla comprensione scientifica comunemente accettata, e per questo si sente in diritto di ricevere lo stesso trattamento (in termini di tempo) nelle classi di scienze negli Stati Uniti. E così il nuovo slogan degli oppositori dell’evoluzione è diventato ‘Insegna la controversia’.

Forse per il suo appello alla correttezza e per il suo approccio superficialmente scientifico, l’influenza del movimento ID si è diffusa ben oltre gli Stati Uniti, al contrario di simili tentativi del passato. Campagne informative ben organizzate e generalmente sostenute da generosi finanziamenti hanno influenzato l’educazione scolastica non solo in paesi quali Polonia e Turchia, dove religione e politica sono strettamente legate, ma anche in paesi molto più laici quali Francia, Germania e Italia. All’inizio del 2004, per esempio, l’Italia è stata protagonista di un episodio di rimozione della teoria dell’evoluzione dai programmi scolastici delle scuole medie, con il pretesto che essa ‘confondeva’ gli studenti. Dopo circa due anni, grazie all’intervento della ‘Commissione Darwin’ è stata reintrodotta una versione ridotta dell’evoluzione, priva di riferimenti all’origine degli esseri umani.

Questo ed altri eventi simili, quali il processo che ha visto protagonista il consiglio scolastico di Dover negli Stati Uniti, hanno portato l’ Interacademy Panel on International Issues, un network globale delle accademie scientifiche nel mondo, a promulgare una dichiarazione circa l’insegnamento dell’evoluzione, nel Giugno del 2006w2. “Le teorie sull’origine e l’evoluzione della vita sulla terra”, diceva, sono state “confuse con teorie non testabili dalla scienza”. Vi si faceva notare come tutte le forme di vita sulla terra continuino ad evolversi, un fatto che “la paleontologia e le moderne scienze chimiche e biochimiche descrivono e confermano indipendentemente e con precisione sempre crescente. Le somiglianze nella struttura dei codici genetici di tutti gli esseri viventi al giorno d’oggi, compresi gli esseri umani, indicano chiaramente la loro comune origine”. Analogamente, anche il Consiglio d’Europa si è pronunciato in favore dell’insegnamento dell’evoluzionew3.

Quale sarà la prossima sfida che lanceranno i creazionisti? In Louisiana, Stati Uniti, gruppi contrari all’evoluzione hanno adottato una nuova, subdola tattica, che sembra incoraggiare uno dei punti forti della scienza. È stata proposta ed approvata una legge che richiede ‘libertà accademica’ di promuovere “capacità di pensiero critico, analisi logica e discussione aperta e oggettiva delle teorie scientifiche oggetto di studio – incluse, ma non soltanto, l’evoluzione, l’origine della vita, il surriscaldamento globale e la clonazione umana”. I critici temono che questa ed altre leggi possano garantire al creazionismo un ritorno sulla scena in sordina.


References

Web References

Resources

  • Il Dipartimento per l’Infanzia, la Scuola e la Famiglia del Regno Unito (precedentemente noto come Dipartimento per l’Istruzione e le Abilità) offre informazioni circa il ruolo del creazionismo e dell’ ‘intelligent design’ nelle lezioni di scienze. Visitate: www.teachernet.gov.uk/docbank/index.cfm?id=11890
  • Big Picture è una rivista pubblicata dal Wellcome Trust per studenti dai 16 anni in su e per i loro insegnanti. Il numero di Big Picture sull’evoluzione è disponibile da scaricare (come PDF) o da leggere sullo schermo ed è accompagnato da materiale aggiuntivo per docenti. Visitate: www.wellcome.ac.uk/Professional-resources/Education-resources/Big-Picture/Evolution/index.htm
  • Il sito Understanding Evolution della University of California, Berkeley (Stati Uniti), offre informazioni autorevoli e aggiornate sui meccanismi evolutivi, sulla teoria, le prove sperimentali e la ricerca moderna. Il sito contiene abbondante materiale per insegnare l’evoluzione (pensato per il pubblico degli Stati Uniti). Visitate: http://evolution.berkeley.edu
  • Per avere libero acceso agli articoli sullo stato attuale dell’evoluzione e del creazionismo nelle scuole negli Stati Uniti, visitate:
  • Berkman MB, Pacheco JS, Plutzer E (2008) Evolution and creationism in America’s classrooms: a national portrait. PLoS Biology 6(5): e124. doi:10.1371/journal.pbio.0060124
  • L’indagine ‘Eurobarometro’ 2005 ha esaminato l’atteggiamento degli Europei nei confronti della scienza e della tecnologia. In particolare, leggete la sezione 3.3, ‘Science, Faith and Luck’: Commissione Europea (2005) Speciale Eurobarometro 224: Gli Europei, la scienza e la tecnologia. http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_224_report_en.pdf
  • Un articolo divulgativo, di facile lettura e aggiornato sull’evoluzione:
  • Jones S (2001) Almost like a whale: The Origin of Species updated. London, UK: Black Swan. ISBN: 055299958X
  • Altri recenti libri di divulgazione:Carroll SB (2008) The making of the fittest: DNA and the ultimate forensic record of evolution. London, UK: Quercus. ISBN: 9781847244765
  • Shubin N (2008) Your inner fish. A journey into the 3.5 billion-year history of the human body. London, UK: Allen Lane. ISBN: 9780713999358Un libro che riassume e descrive lo sviluppo dell’Origine delle Specie di Charles Darwin e il suo forte impatto:Madden D (2007) Darwin’s The Origin of Species. Science in School 7: 67. www.scienceinschool.org/2007/issue7/Darwin

Review

Una delle scoperte scientifiche più importanti (e, secondo alcuni, la più controversa) di tutti i tempi fu rivelata al pubblico 150 anni fa. Il testo fondamentale, Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale, fu pubblicato nel 1859, e il suo autore, Charles Darwin, festeggerebbe il suo duecentesimo compleanno l’anno prossimo. In tutto il mondo si stanno organizzando eventi per celebrare tale data. In effetti, le celebrazioni sono già iniziate, in quanto l’1 luglio 2008 marca il centocinquantesimo anniversario della presentazione della teoria di Dawin e Wallace.

Steve Jones è uno dei più famosi genetisti moderni, noto sia per i suoi successi accademici che per la sua popolarità come divulgatore scientifico. In questo articolo, conferma di accettare la teoria dell’evoluzione di Darwin, e presenta anche alcuni argomenti contro il creazionismo.

Forse questo articolo provocatorio riaprirà un dibattito per alcuni lettori; per altri potrebbe rappresentare un’ispirazione per rivalutare il metodo scientifico in opposizione all’anti-scienza.

L’articolo può essere usato durante le lezioni di biologia (mentre si insegna l’evoluzione), di teologia o religione (per quanto riguarda il creazionismo) o di lingua inglese (come punto di partenza di un dibattito oppure come esercizio di comprensione del testo).

Marie Walsh, Irlanda

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