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Issue 41
 -  05/12/2017

Scienza e arte

Annika Duda

Tradotto da Renata Lo Iacono.

Che cosa lega scienza e arte? C’è più di quanto pensiamo. 

Spesso si pensa alla scienza e all’arte come a due entità che si escludono a vicenda: si crede che gli scienziati siano rigidi, che si basino sulla logica, mentre gli artisti sono quelli meno razionali, quelli creativi. Ma tali stereotipi possono essere nocivi, soprattutto se gli studenti si convincono di dover scegliere tra un percorso artistico e uno scientifico. Ci sono molti esempi, invece, di persone che sfuggono a questo stereotipo: Leonardo Da Vinci era sia un grande artista sia un grande scienziato; il fisico teorico Richard Feynman era anche un artista, seppure praticamente in segreto; Albert Einstein, oltre a essere un brillante musicista, riteneva che gli scienziati più bravi fossero anche artisti.


I visitatori ammirano la Gioconda di Leonardo Da Vinci.
Immagine gentilmente concessa da Pixabay

Quando la scienza incontra l’arte

Scienza e arte sono complementari e secondo John Maeda, grafico e informatico, è dall’incontro delle due che nasce l’innovazione. “Pensiamo all’iPod Apple”, dice. “Un perfetto esempio di tecnologia che esisteva da tanto tempo ma che non voleva nessuno, finché il design l’ha reso desiderabile.” Molti enti invitano gli artisti in laboratorio per connetterli con gli scienziati. Il programma di residenza per gli artisti del CERN, ad esempio, promuove il dialogo tra insigni scienziati e artisti visionari all’interno di uno dei principali centri di fisica delle particelle a livello mondiale.

Quando la scienza aiuta l’arte

La conservazione artistica è una scienza importante. Nello specifico, è la scienza che spiega perché l’esposizione alla luce solare altera il colore dei dipinti, e che fa sì che i restauratori sappiano come meglio intervenire su antichità quali le tende di seta del baldacchino di re Giacomo II. Al Louvre, in Francia, si possono perfino esplorare i reperti internamente per individuarne la composizione, senza danneggiarli, grazie a un acceleratore di particelle di nome AGLAE. E allora, perché non usare i dipinti rinascimentali per scoprire la chimica dell’estrazione dei pigmenti o esaminare la segmentazione dei dipinti stessi per studiare la fisica e la matematica?

Quando la scienza si fa arte

Per finire, la scienza stessa consente di realizzare complesse opere d’arte. Il biologo sincretico Tal Danino sottolinea che  perfino i batteri possono creare motivi colorati grazie alle proprie qualità peculiari. A volte, però, l’arte non è semplicemente qualcosa di appassionante da ammirare, ma può addirittura rivelarsi utile per il pianeta. Lo scultore Jason deCaires Taylor, ad esempio, realizza sculture umane che cala nei fondali oceanici, dove si trasformano da pietre inanimate in nuovi habitat colorati per coralli e altre forme di vita marina.

 

CC-BY
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